Dove vivere con 500 euro al mese?

Se qualcuno vi dicesse che si può vivere in Tunisia con 500 euro al mese gli credereste? In effetti è possibile ma non senza sacrifici. In Tunisia lo stipendio minimo è di circa 350 dinari al mese (circa 115 euro) e per un giovane tunisino, con una famiglia alle spalle ed una casa, ciò è sufficiente per vivere. Se un tunisino guadagnasse uno stipendio di 500 euro al mese (circa 1.500 dinari) vorrebbe dire che ha un ottimo lavoro, per esempio legato al settore turistico, al commercio, oppure è un impiegato con una laurea in ingegneria. Per gli europei, nella fattispecie i pensionati italiani in Tunisia, le cose sono molto diverse, primo perché si trovano in terra straniera, non hanno una famiglia alle spalle ed una casa, non abitano dove abiterebbero la maggior parte dei tunisini, hanno abitudini diverse e degli stili di vita molto più costosi.
Facciamo un esempio di calcolo mensile di spesa per un pensionato italiano (single) in Tunisia che percepisce un assegno pensionistico di 500 euro al mese:

  • Affitto di un piccolo appartamento dignitoso (bilocale): circa 120 euro
  • Utenze di luce, gas ed acqua: 50 euro
  • Generi alimentari: 200 euro
  • Tempo libero, scheda telefonica, ecc: 30 euro
  • Prodotti per la casa: 20 euro
  • Visita/analisi medica (all’occorrenza): 30 euro
  • Medicine (all’occorrenza): 30 euro

Totale: 420 euro al mese (più 60 euro all’occorrenza)*

*senza contare altre spese impreviste (es. riparazioni domestiche ordinarie, spostamenti in taxi o benzina, ecc.), riuscendo a mettere da parte, realisticamente, nelle migliore delle ipotesi, circa 80 euro al mese.

Quella che abbiamo appena descritto è una situazione di vita possibile, pur con delle rinunce.
C’è da dire, tuttavia, che, per fortuna, le pensioni minime sotto l’imponibile annuo netto di € 8.124, in Italia, non vengono tassate, quindi chi volesse trasferirsi in Tunisia con tale cifra non avrebbe nessun vantaggio nel richiedere il cambio di residenza fiscale, pur beneficiando di un maggiore potere d’acquisto rispetto all’Italia, con la stessa cifra.
In questo caso, il non cambio di residenza fiscale, permetterebbe a chi volesse vivere in Tunisia, richiedendo il solo permesso di soggiorno (dimostrando di possedere delle entrate sufficienti al proprio sostentamento), senza iscrizione AIRE, e non facendo domanda di detassazione della pensione italiana e delle agevolazioni fiscali tunisine, di non perdere due diritti:
1.    il diritto al Servizio Sanitario Nazionale italiano.
2.    poter esercitare legalmente una libera professione o dei lavoretti part time in Tunisia.

Riflessione!
Alla luce di quanto emerso, proviamo ora a formulare un’altra domanda: riesci in Italia a vivere facendo le stesse cose con 500 euro al mese?
Se la risposta è si, allora è meglio restare in Italia, dove ci sono delle politiche di assistenza nettamente migliori: in Tunisia dovresti contare solo su te stesso!
Se la risposta è no, allora potresti tentare di trasferirti, come tanti italiani che hanno già deciso di trasferirsi in Tunisia, magari cercando un lavoretto part time, ad esempio come operatore di call center in lingua italiana, oppure dando ripetizioni di studio private, cercando di risparmiare il più possibile.
N. B. Assegni sociali, integrazioni delle pensioni minime ed altre forme di previdenza sociale: vantaggi e limitazioni.**
A differenza di quanto avviene per le prestazioni previdenziali, alcune pensioni erogate dall’Inps non possono essere trasferite all’estro. Le prestazioni a carattere assistenziale, per esempio, non derivanti dal versamento dei contributi, sono considerate “inesportabili”, in quanto legate alla residenza del beneficiario nel territorio dello Stato italiano, come “l’assegno sociale”. infatti, le prestazioni assistenziali di regola non possono essere corrisposte al di fuori del territorio nazionale.
E ciò anche se il pensionato intende trasferirsi stabilmente in uno stato membro dell’Unione Europea, ad esclusione delle pensioni e prestazioni perfezionate entro il 31/05/1992.

Si tratta delle  pensioni sociali oggi declassate ad “assegni sociali”,  le maggiorazioni sociali,  le indennità ai mutilati e invalidi civili, pensioni e indennità ai sordomuti, pensioni e indennità ai ciechi civili, integrazione della pensione minima (solo per quelle pensioni perfezionate  successivamente al 31/05/1992) integrazione dell’assegno d’invalidità, l’ape sociale per il quale è necessaria la residenza in Italia così come il REI, il nuovo reddito di inclusione.  Mentre è consentita l’esportabilità in sede comunitaria dell’assegno per l’assistenza personale e continuativa al titolare di pensione di inabilità.
Per i Paesi extra-Ue la legge è più generosa in quanto, a differenza dell’ambito comunitario, garantisce sia l’esportabilità del trattamento minimo sia delle maggiorazioni sociali all’estero per le quali è stabilita una tabella di conversione degli importi sulla base del potere d’acquisto della valuta locale.
Sono invece esportabili senza limitazioni tutte le prestazioni previdenziali, legate ai contributi versati dal lavoratore e maturate con la carriera, quali: vecchiaia, pensione anticipata, pensione di inabilità al lavoro, la NAPSI e della quattordicesima mensilità per le pensioni sotto una certa soglia minima.

**Fonte: www.pensionioggi.it/

Pensionati in Tunisia

La Tunisia, piccola perla di democrazia del Nord Africa, distante poche miglia marine dalle coste italiane e circa un’ora di volo aereo (es. tratta Roma-Tunisi), con una popolazione pacifica, ospitale e molto simile a quella del Sud Italia, sia per vicinanza geografica sia per abitudini e cultura. Il clima è mediterraneo, con inverni miti e piovosi, ed estati calde e soleggiate sulla costa settentrionale, mentre è semidesertico e desertico nelle zone interne. La costa orientale a partire dal Golfo di Hamammet è poco piovosa, e procedendo verso sud lo diventa ancor meno, tanto che arriva ad essere desertica nel tratto più meridionale (dal Golfo di Gabès al confine con la Libia), però le temperature rimangono di tipo mediterraneo su tutto il tratto costiero, con massime intorno ai 16/18 gradi in inverno, e intorno ai 31/32 in estate, mentre il mare è caldo e si possono fare i bagni da maggio ad ottobre.

Perché oggi ci sono molti pensionati italiani in Tunisia? Perché per agli italiani conviene vivere da pensionati in Tunisia? Principalmente per i vantaggi fiscali offerti ai residenti esteri che, grazie alla Convenzione del 25/05/1981 n. 388, stipulata con l’Italia, ha eliminato la doppia imposizione fiscale, mentre la “legge finanziaria tunisina n. 85 del 25 dicembre 2006”, valida pure per i pensionati INPDAP in Tunisia, ha stabilito una tassazione estremamente vantaggiosa per chi decide di vivere in Tunisia da pensionato. L’unico obbligo è costituito dal dover risiedere sul suolo tunisino per la maggioranza dell’anno solare, 183 giorni negli anni normali (6 mesi e 3 giorni), mentre 184 giorni (6 mesi e 4 giorni) negli anni bisestili, anche in maniera non continuativa. Grazie a questa convenzione è possibile rivalutare la propria pensione in Tunisia, ottenendo dal proprio Istituto erogante il versamento della pensione al lordo delle trattenute IRPEF. Infine, a spingere molti italiani a trasferirsi in Tunisia, si aggiunge il basso costo vita in Tunisia ed il vantaggioso cambio valutario della moneta locale in favore dell’Euro.

Cosa può fare un pensionato in Tunisia?

Sono molte le cose che un pensionato può fare in Tunisia, come passeggiate sulla spiaggia per oltre otto mesi l’anno, bagni, trattamenti termali, visite archeologiche e museali. Oltre a molti sport acquatici o sulla terra ferma come sub, perca, equitazione e golf. Quest’ultimo molto diffuso in quanto vanta una lunga tradizione e per il quale sono presenti alcuni fra i più bei campi al mondo sia a livello tecnico sia paesaggistico. Le principali città, inoltre, offrono varie attrattive sia architettoniche, come le Medine, famosi quartieri dei centri storici, i mercati, luoghi culturali dove, frequentemente, vengono messe in scena opere teatrali, liriche e musicali in genere.

L’Associazione “FELICI IN PENSIONE” offre ai propri iscritti un’assistenza completa, sia in Italia sia in Tunisia, attraverso i nostri collaboratori italiani e partner locali (che parlano italiano, inglese, francese ed arabo), durante tutto l’iter operativo.

Cosa fare materialmente per trasferire la pensione? Scopri di più… http://www.felicinpensione.org/il-progetto/come-trasferirsi-in-tunisia/

Vivere in Portogallo

Vivere in Portogallo non è molto diverso da come si vive in Italia. Le nostre due nazioni hanno molto in comune come la storia, l’arte, la cultura, la religione, la mentalità e gli stili di vita. In questo articolo cercheremo di dare risposta a qualche domanda relativa a come si vive in Portogallo, al costo della vita, a cosa fare per trasferirsi in Portogallo, al fine di trascorrere il meritato periodo di pensione.

Come si vive in Portogallo?

In Portogallo, come detto, si vive in una maniera molto simile a come si vive in Italia. Esistono diverse affinità come: sociali, culturali, paesaggistiche, eno-gastronomiche e sportive che il territorio portoghese offre e che attraggono ogni anno sempre più turisti ( la nota guida turistica internazionale “Best in Travel 2017”, realizzata da Lonely Planet, ha definito il Portogallo “Paese dei sogni nel 2017” ). Lisbona, la capitale, e Porto, la seconda città del Paese, che si trova nel Nord, sono due città ancora a misura d’uomo, ricche di vita e di storia, con i loro quartieri storici ed i monumenti. Porto, che ha dato il nome al vino che si assapora in tutto il mondo è stata considerata la seconda città fra le destinazioni turistiche in crescita in Europa ed una delle città più convenienti del mondo dove vivere o trascorrere una vacanza. scopri di più…

Pensione in Portogallo

E’ oramai un fatto appurato che vivere in pensione in Portogallo oggi è considerato da molti europei, italiani compresi, una delle migliori scelte per chi percepisce redditi, in euro, con trattenute alla fonte. La Convenzione del 14/05/1980, n.18, stipulata tra Italia e Portogallo, ha eliminato la doppia imposizione fiscale, mentre il “Decreto legge Portoghese n. 249/2009 del 23/09/2009” ha stabilito, in favore dei redditi da pensione dei cittadini stranieri, una esenzione fiscale per 10 anni, decorrenti dall’ottenimento dello “Status di Residenti non Abituali” e questo, unito alla ottima qualità di vita offerta dal Portogallo sono motivi sicuramente sufficienti a far decidere molti nostri connazionali a trasferirsi e vivere in pensione in Portogallo.

Costo della Vita in Portogallo

Il costo della vita in Portogallo è mediamente meno caro che in altre nazioni europee, compresa l’Italia, a cause dell’economia locale e dalla recente depressione finanziaria che in questo Paese è stata più profonda.
Vivere a Lisbona o a Porto comporta una vita più strutturata, con maggiori servizi, ma è anche più cara. Si può indicare una forbice di costi che oscilla dai € 1.000 ai € 1.500 mensili che includono vitto e alloggio.
Le regioni settentrionali, molto gettonate da quanti vogliano trasferire la propria pensione in Portogallo, con una qualità di vita più semplice e inserite in un clima meno turistico, con conseguenti minori infrastrutture, è più economiche. In queste regioni si può valutare il costo della vita mensile da € 850 a € 1.000.
Il costo della vita nelle isole e nell’Algarve può essere un giusto compromesso per la bellezza naturale, climatica e mondana offerte da queste realtà, con una costo mensile che oscilla dai € 950 ai € 1250- 1300. I costi degli alloggi variano ovviamente di zona in zona. A parte Lisbona ed altre località di attrazione turistica come Algarve e Albuferia, nelle zone periferiche e rurali, soprattutto nel nord del paese, è possibile trovare spaziosi appartamenti in affitto dai 300 euro ai 500 euro al mese, incluse le spese di luce, acqua e gas. C’è da sottolineare che, comunque, il servizio sanitario pubblico è garantito e assolutamente a livello europeo.

Cosa fare per trasferirsi in Portogallo

Per trasferirsi a vivere in Portogallo, in pensione, la prima cosa da fare è ottenere la RESIDENZA NON ABITUALE, acquisendo e mantenendo i seguenti requisiti:
non essere stato residente fiscalmente in Portogallo nei 5 anni anteriori alla richiesta di residenza non abituale, da comprovare mediante il rilascio del certificato di residenza storico dal comune italiano di ultima residenza, comunicando l’intenzione di trasferirsi all’estero.

Requisiti per diventare e mantenere lo status di “residente” ai fini fiscali e trasferirsi in pensione in Portogallo:

Rimanere in territorio portoghese per più di 183 giorni nell’arco dei 12 mesi.
Disporre di una abitazione, dimostrando l’intenzione di stabilirsi in Portogallo con la propria residenza permanente e abituale, attraverso 3 opzioni:

  • Comprando un immobile;
  • Locando un immobile;
  • Comprovata residenza principale anche attraverso l’ospitalità di familiari e conoscenti.

Trasferirsi in Portogallo

L’Associazione Felici in Pensione, al fine di offrire la massima assistenza ai propri associati, partendo dalla fase d’informazione e consulenza (in Italia), fino alla fase logistico-operativa (in Portogallo), ha predisposto, attraverso aziende e professionisti partner, alcune proposte di accoglienza e servizi per trasferirsi in Portogallo. Dovrete solo aggiungere il trasporto (volo aereo, trasporto via terra, nave) ed una sistemazione (casa o hotel), a vostra scelta: noi saremo lieti di assistervi con delle proposte di viaggio, di pernottamento o immobiliari e consigliarvi la migliore soluzione. Per trasferirsi in Portogallo, in pensione, in maniera sicura, veloce e senza sorprese, scopri di più sui viaggi esplorativi e di trasferimento pensati per voi. scopri di più…

Trasferirsi in Portogallo

Pensionati in portogallo

Da diversi anni molti cittadini europei, in particolare italiani, decidono di trasferirsi da pensionati in Portogallo. La Convenzione del 14/05/1980, n.18, stipulata tra Italia e Portogallo, ha eliminato la doppia imposizione fiscale, mentre il “Decreto legge Portoghese n. 249/2009 del 23/09/2009” ha stabilito, in favore dei redditi da pensione dei cittadini stranieri, una esenzione fiscale per 10 anni, decorrenti dall’ottenimento dello “Status di Residenti non Abituali”. Purtroppo la Convenzione di non doppia imposizione, stipulata fra l’Italia ed il Portogallo, non può essere applicata agli ex dipendenti pubblici (Ex Inpdap), per i quali le alternative di trasferimento, con convenziine fiscale sono, attualmente, limitate a soli quattro paesi al mondo.
Scopri di più…

Pensionati italiani in Portogallo

I pensionati italiani in Portogallo sono in aumento, di anno in anno, attirati soprattutto dall’eccezionale (unica in Europa) totale esenzione fiscale per dieci anni. I pensionati italiani, interessati a questa opportunità di trasferimento fiscale in Portogallo, dovrebbero affrettarsi poiché,  questa esenzione fiscale portoghese non è molto gradita agli altri Stati membri della UE, che la considerano una sorta di concorrenza sleale per la quale gli Stati perdono propri cittadini possessori di reddito pensionistico, perdendo volume di denaro circolante e vedendo abbassarsi gli acquisti e sopportano un abbassamento del proprio gettito fiscale interno, dato l’obbligo di restituzione delle imposte sui redditi dei pensionati (in Italia IRPEF) emigrati in regime di convenzione.

Vivere in Portogallo da pensionato italiano

Perché conviene vivere da pensionati italiani in Portogallo? Sicuramente grazie ai vantaggi fiscali ed all’innalzamento dello stipendio pensionistico. La rivalutazione in percentuale del proprio assegno pensionistico è facilmente calcolabile, basti pensare alle attuali trattenute fiscali dello Stato italiano sulle pensioni, attuate mediante le aliquote IRPEF del: 23% per redditi fra lo 0 ed i 15.000 euro annui, 27% da 15.001 a 28.000 euro, 38% da 28.001 a 55.000 euro, 41% da 50.001 a 75.000 euro, 43% per i redditi oltre i 75.000 euro, a cui si aggiungono le addizionali Regionali IRPEF che variano da regione a regione.
Oltre a questo c’è da dire che vivere in Portogallo è molto facile in quanto è simile a come si vive in Italia. Il Portogallo, dista solo 2 ore e mezza circa di volo aereo dall’Italia (tratta Roma-Lisbona).
Nonostante l’estensione del Paese sia piuttosto limitata (meno di 1/3 dell’Italia) il Portogallo presenta forti differenze climatiche. Al nord il clima è atlantico, mite e molto piovoso durante la stagione autunnale. A sud il clima, influenzato dall’aria africana, è tipicamente mediterraneo e quindi più secco. Infine, in Algarve, l’estrema regione meridionale prospiciente l’Africa e protetta alle spalle da alcuni rilievi, il clima diventa subtropicale. Questo Paese si presenta relativamente popolato, anche se i suoi 11 milioni di abitanti, circa, sono distribuiti in modo molto disomogeneo; densità elevate si raggiungono soprattutto nelle regioni costiere, in particolare quelle di Lisbona , Porto e la regione del Sud, l’Algarve. Le isole, arcipelago delle Azzorre, Madeira e altre minori sono popolate in modo equivalente.

Comunità italiana in Portogallo

La comunità italiana in Portogallo è notevolmente aumentata negli ultimi anni, soprattutto grazie alle agevolazioni fiscali concesse ed all’aumento dei trasferimenti dei pensionati italiani. Le zone più gettonate sono quelle del sud, in particolare l’Algarve e le zone del nord del Portogallo. Molte le presenze anche nelle grandi città come Lisbona e Porto. Impressionate anche la dimensione delle comunità virtuali, sui Social Network, destinate al Portogallo ed alle comunità italiane in Portogallo. Basta digitare le parole “italiani in Portogallo” o “pensionati italiani in Portogallo” per trovare decine e decine di Gruppi di discussione, blog, siti wb, notizie, divisi per zone geografiche, città, hobby, stili di vita, tematiche specifiche. Purtroppo, c’è da dire che dove c’è domanda aumenta il valore dell’offerta e anche le fregature (anche fra connazionali). Molte le pubblicità di vendita di prodotti e servizi dedicati agli italiani ed ai pensionati, non ultimi, i servizi di trasferimento. Sono state stimate circa 100 agenzie e società di vario genere che offrono servizi di accoglienza dedicati ai pensionati italiani in Portogallo. La nostra associazione, è nata dalla volontà di alcuni avvocati esperti di diritto del lavoro, per offrire le giuste informazioni a tutti i cittadini italiani che lo richiedano, in merito alle fasi inerenti il trasferimento della residenza fiscale e della pensione. Ci siamo spinti oltre ed abbiamo selezionato una rosa di partner locali affidabili, con offerte in convenzione, per assistere, sotto la nostra supervisione i nostri iscritti che, ogni anno, decidono di trasferirsi all’estero.

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Trasferirsi in Portogallo

PENSIONATI EX INPDAP – dipendenti pubblici

Trasferire la pensione all’estero – 2018

Per tutti coloro intendano trasferire la propria pensione all’estero nell’anno 2018, nella fattispecie in Tunisia (compresi gli ex dipendenti pubblici) o in Portogallo (solo per gli ex lavoratori dei settori privati e della libera professione), ricordiamo che uno dei requisiti essenziali per l’ottenimento della pensione lorda, con la restituzione delle trattenute Irpef dallo stato italiano è: risiedere nel paese estero per almeno 184gg, anche non continuativi. Il termine ultimo per poter usufruire di tale vantaggio, per logica aritmetica, rimane quindi la fine del mese di giugno. Consigliamo a quanti siano interessati di affrettarsi, provvedendo anche a domandare, presso il proprio Comune di residenza una pre iscrizione AIRE, valida 90 giorni, prima di partire per l’estero. Questa procedura permetterá di accelerare i tempi per il cambio di residenza, fissandone la data  al momento della pre-iscrizione e non a quella di reale iscrizione presso il Consolato italiano estero. Resta inteso che bisognerá calcolare bene i tempi, per adempiere all’obbligo della convenzione, di risiedere per circa sei mesi e un giorno all’estero.

Passata la metá dell’anno, il mese di giugno, in assenza di cambio di residenza, si consiglia, comunque, di anticipare alcune attivitá propedeudiche al trasferimento per l’anno successivo, per poter incominciare giá dal mese di gennaio, con notevoli vantaggi logistico-organizzativi (ricerca immobile, trasloco, ecc.) e per accorciare i tempi per il percepimento della pensione lorda e la restituzione degli arretrati fiscali. I mesi migliori per fare un viaggio turistico di prova o propedeudico al trasferimento sono da gennaio a maggio e da settembre a novembre, per non trovarsi in pieno periodo turistico di alta stagione, dove i prezzi di permanenza sarebbero maggiori, si trverebbero meno immobili disponibili per la locazione annuale e, non ultimo, si vivrebbe un’esperienza di trasferimento meno reale, poiché influenzata dal turismo estivo.

Per ulteriori informazioni e delucidazioni, sui principali punti sopra citati, potete  consultare l’ufficio AIRE del vostro comune, l’ufficio inps di competenza territoriale (o l’Istituto che eroga la pensione) oppure l’Associazione Felici in Pensione tramire la pagina contatti.